LOCARNO - 25.11.2019 - Resta forte la presenza
dei frontalieri in Ticino. Presenza che crea qualche stress ai locali. Il tema è stato affrontato la scorsa settimana in occasione di un dibattito pubblico sui lavoratori d’oltreconfine organizzato dal sindacato Unia. E' emerso che "la forte presenza di frontalieri in Ticino non ha creato una contrazione sui salari ma, rispetto ad un mercato chiuso, ha ridotto il potenziale di crescita e di benessere della popolazione". Per l'economista Fabio Losa, "se prima dell’entrata in vigore degli Accordi bilaterali con la messa a concorso di un posto di lavoro si presentavano 8 residenti e 2 frontalieri, oggi a fronte degli 8 residenti si candidano 22 lavoratori d’oltre confine. Una situazione che, nonostante la crescita dei posti di lavoro, genera stress e tensioni. Non da ultimo considerando che i frontalieri rappresentano il 27% della popolazione occupata".
Secondo Unia nel terzo trimestre di quest’anno, i frontalieri ticinesi hanno toccato la cifra record di 67.900 unità. Unia ha anche scattato una fotografia della situazione ticinese del mercato del lavoro rimarcando come "rispetto al resto della Svizzera negli ultimi anni il nostro cantone ha registrato un aumento maggiore di posti di lavoro. Ma questo incremento nasconde delle fragilità, perché ad aumentare sono state anche le persone sottoccupate, come pure quelle in assistenza. Senza dimenticare che, in un confronto intercantonale, il Ticino presenta la quota più alta di disoccupati di lunga durata e di giovani senza lavoro".